Attualmente l'economia della città è basata principalmente sull'agricoltura e sull'artigianato. Le principali colture di Favara sono vigneti, uliveti e mandorleti. Molte invece sono le piccole e medie aziende artigiane, sparse sia nel tessuto urbano della città che nell'area di sviluppo industriale (A.S.I.) Favara-Aragona di contrada S. Benedetto che ricade oltre che nel territorio comunale di Favara anche nel territorio di Aragona e in minima parte anche nel territorio di Agrigento.
Una delle feste più rinomate e sentite della cittadina di Favara è sicuramente la tradizionale festa di S. Giuseppe. Nonostante questo santo non sia il patrono del paese, a lui i favaresi riservano una grande devozione. Oltre ai consueti riti del 19 marzo, San Giuseppe viene nuovamente festeggiato tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Altra festa particolarmente nota è la Sagra dell’Agnello Pasquale. Durante il periodo pasquale, nel paese di Favara si svolge una vera e propria sagra in cui il dolce dell’agnello pasquale viene apprezzato non solo per il suo gusto, ma anche per le ricche decorazioni che lo rendono bello da vedere. Altro dolce rinomato di Favara è quello creato dai pasticceri Francesco Butticè e Vincenzo Albergamo, la famosa Pasta Elena: con pandispagna, crema di ricotta e mandorle tostate, dedicato alla Regina d’Italia in visita nell'agrigentino. Nel campo della gastronomia favarese è infine molto conosciuto ed apprezzato il "chichireddu", ossia un tipo di pane dalla forma a ferro di cavallo; a base di semola di grano duro, è prodotto in pezzature da 500 grammi, ha una lunghezza di circa 30 cm ed un’altezza di 7–8 cm. Una volta cotto, è in grado di mantenersi croccante e buono da mangiare più a lungo del pane tradizionale.
Mussomeli sorge in una zona collinare interna, a est del fiume Platani, nella Sicilia centrale, posta a 765 metri s.l.m. Dista 53 km da Agrigento, 58 km da Caltanissetta, 99 km da Enna, 199 km da Ragusa. Si presume che il territorio di Mussomeli sia stato abitato fin dall'epoca preellenica (prima del 1500 a.C.) dai Sicani e dai Siculi, attratti dalla sicurezza offerta dalla conformazione del territorio e dalla fertilità della terra. Ciò è testimoniato da numerose zone archeologiche nelle vicinanze del paese. Qualche migliaio di anni dopo, i Romani scelsero queste terre anche perché svolgeva durante le guerre un ruolo di raccordo tra il centro Sicilia e le coste. Nel 1370 Manfredi di Chiaramonte inaugurò il Castello Manfredonico Chiaramontano di stile gotico-normanno, costruito su una precedente fortezza araba, che si innalza su una rupe fino a 778 metri: "Il nido D'Aquila". Perdersi tra i vicoli, i cortili, gli scorci mozzafiato della città è divino e lasciarsi catturare dal fascino di un borgo fiabesco, dalle suggestioni della sua fantastica storia, cultura e gastronomia, è un piacere..